Sovrappopolazione

E’ di oggi la notizia che Putin ha annunciato di voler investire ben 37,5 miliardi di euro per aumentare in Russia il tasso di natalità del 25-30% entro il 2015. Pochi mesi fa Gotti Tedeschi se ne uscì con dichiarazioni secondo cui l’unico modo per uscire dalla crisi era investire sulle famiglie così da aumentare il tasso di natalità. Lo stesso Partito Democratico (ahinoi!) sposa questa linea.

Questi tizi (e i cattolici, gli islamici, e tutti gli altri che dicono stronzate simili) li considero degli sciagurati, per non dire di peggio. Potrei capirlo se fossimo nel neolitico e la popolazione umana si contasse a migliaia, ma nel 2011 siamo molto vicini ai 7 miliardi, ed è evidente che non ci sono risorse sufficienti per tutti.

La FAO stima che circa 3 miliardi di persone sono malnutrite, tuttavia la risposta immediata di tutti è che occorre produrre più cibo, ed i più arguti si azzardano a suggerire che basterebbe distribuire meglio quello che si produce. Bene, e cosa accadrà quando diventeremo 8 miliardi? 9 miliardi? 10? Fino a quando riusciremo a produrre più cibo, più medicine (ed innovare quelle esistenti, perché batteri e virus prosperano molto più in fretta in un mondo sovrappopolato), più energia, più acqua potabile, e via dicendo?

Mi chiedo perciò perché continui ad esistere questo mito del “tasso di natalità” che deve essere sempre positivo. Perché far nascere persone che avranno un futuro incerto se non decisamente nero? L’unica giustificazione che trovo è che più persone bisognose portano più ricchezza a chi ne può approfittare.

Ammetto di non capirci granché di economia, ma considerando i tassi di disoccupazione, di malnutrizione, di inquinamento e surriscaldamento globale, a me pare evidente che qualunque persona di buon senso dovrebbe smetterla di vedere di buon occhio un tasso di natalità positivo: è invece una vera e propria sciagura!

Ma tanto, ai nostri cari Putin e cattolici del cazzo, a loro che gliene frega? Il giorno in cui ci sarà una catastrofe globale, il giorno in cui i nostri figli e nipoti (perché di una/due generazioni stiamo parlando, non di un futuro remoto) moriranno tra atroci sofferenze (che siano malattie, fame, guerra o altro, la popolazione dovrà calare, per banali problemi aritmetici, e se non lo facciamo noi in modo soft, la natura ci ha insegnato che lo sa fare in modo molto brutale), loro saranno già nella loro tomba, morti grassocci e beati, nel loro cieco egoismo, fregandosene delle sorti della loro stessa progenie.

E’ mai possibile, mi chiedo, che nel 2011 la crescita della popolazione venga ancora salutata dal pubblico come un fatto di cui gioire e da ricercare il più possibile?

E’ mai possibile che l’istinto alla moltiplicazione sia così connaturato ai nostri geni che qualsiasi politico che prometta l’aumento del tasso di natalità acquisti in popolarità?

E’ mai possibile che la gente non faccia una banale divisione e non si renda conto che sta andando verso la catastrofe?

E’ mai possibile che siamo ancora così bruti da non aver superato l’idea di progresso come mera moltiplicazione e sposato quella di progresso come maggior istruzione, meno malattie, più benessere per tutti, più divertimento e meno lavoro?

Mi pare infatti evidente che se ci decidessimo ad adottare una politica seria, globale, di controllo delle nascite (e soprattutto di cultura del controllo delle nascite), già con le tecnologie attuali saremmo in grado di produrre tutti i beni necessari a trascorrere tutti delle vite agiate, lavorando anche relativamente poco.

Anche qui, il mito del “tasso di occupazione”, a ben pensarci, è solo un inganno. Guardandola dal punto di vista opposto, infatti, appare evidente che per produrre tutto ciò che ci permette di vivere agiatamente, bastano un numero esiguo di persone. E questa, a mio parere, è un’ottima notizia! Significa che abbiamo già delegato alle macchine una grandissima parte del lavoro che in passato solo gli esseri umani potevano svolgere. Non era ciò che abbiamo sempre cercato in tutta la nostra storia, affrancarci dal lavoro manuale?

Mi rendo conto di aver ipersemplificato problemi estremamente complessi, tuttavia credo che queste riflessioni siano sostanzialmente corrette. Abbiamo la possibilità di modificare completamente, in positivo, il nostro modo di vivere. Per la prima volta nella storia dell’umanità, la tecnologia ci permetterebbe di vivere tutti (in numero limitato, forse un paio di miliardi) agiatamente, lavorando tutti poco e godendoci la vita.

Invece, continuamo ad essere schiavi del nostro retaggio biologico che ci fa vedere come conquista più importante il riprodurci ed il garantire un benessere immediato alla nostra caverna.

In quest’ottica ottusa, stiamo facendoci scappare l’occasione di millenni, e stiamo lasciando di nuovo a madre natura il compito di punirci non tanto della nostra iubris, quanto della nostra idiozia.

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