Ora, per mia fortuna non sono grillino perciò posso permettermi di andare contro gli americani senza sentirmi dire che tratto con i terroristi (o che sono io stesso un terrorista).
Comincio però col dire che no, non giustifico assolutamente i mezzi dei terroristi, e solo con molta difficoltà riesco a capire le loro ragioni.
E’ pur vero però che nessuno riesce a fare un passo sufficientemente indietro per vedere le cose da una distanza sufficiente a capire realmente i motivi di ciò che sta succedendo.
Anche gli analisti più distaccati, che scrivono su Al Jazeera, alla fine rimangono intrappolati nella logica del “noi contro loro”. Senza considerare un fatto fondamentale, e porsi una domanda ancor più fondamentale.
Il fatto fondamentale è che un conto sono le belle dichiarazioni di facciata (“dobbiamo sconfiggere i terroristi! chi si mette contro gli americani peste lo colga!”) utili a far contento l’elettorato, un altro conto invece la realtà dei fatti. I guerrafondai non vanno in prima linea, non vengono uccisi, non vedono esplodere la propria casa e i propri figli morire sotto le macerie: anzi ci guadagnano il doppio perché vendono armi ad entrambi i fronti. Oggi noi stiamo inviando armi in Iraq, e tutti contenti. Ma chi festeggia davvero sono le tante fabbriche di armi (ma che davvero credete alla storia dell’arsenale russo confiscato???) che stavano in crisi.
La domanda ancor più fondamentale è invece “perché? qual’è la causa?”. La domanda che sempre, costantemente, tutti si dimenticano di porsi, in ogni situazione.
Ora, io sarò pure un marxista irriducibile, ma a mio parere per capire qualsiasi situazione, occorre analizzare gli avvenimenti storici che l’hanno prodotta, ed il contesto socio-culturale-politico.
L’analisi che ho in mente è probabilmente troppo complessa sia per i miei mezzi cognitivi, sia per la mia poca conoscenza della storia, sia per lo spazio da dedicarvi su un blog, senza contare il limitato interesse dei pochi lettori. Cercherò di farne un sunto per sommi capi. Se a qualcuno andasse di riempire i vari vuoti, magari lasciando commenti, ne sarei felice.
Per prima cosa voglio perciò fare un parallelo con tante altre rivolte. Una noi italiani la conosciamo bene: la lotta di liberazione contro gli austriaci (prima di strillare leggete fino in fondo). La somiglianza con la situazione attuale è la stessa di tutte le altre lotte di liberazione (si pensi al Sud America del Che): di sicuro i benpensanti al potere parlavano malissimo dei rivoluzionari, ne raccontavano le gesta orribili, li dipingevano come poco più che animali, etc. Tuttavia, tranne rari casi, i metodi usati dai rivoltosi non includevano il farsi saltare in aria negli autobus. Il terrorismo è un prodotto relativamente recente, soprattutto nelle sue accezioni kamikaze.
Viene perciò da chiedersi per quale motivo si sia arrivati a questo. I benpensanti diranno che i terroristi “non conoscono il senso dell’onore”. Io penso che se uno ha a disposizione mezzi diversi dal farsi esplodere, per combattere, li usa. Il terrorismo kamikaze è l’estrema ratio dell’estrema ratio, ed evidentemente è usato da chi non ha a disposizione nessun altro mezzo.
Con questo, non sto dicendo che li capisco, né tantomeno che condivido. Secondo me chiunque prende in mano un’arma, da qualunque lato in qualunque luogo per qualunque motivo (inclusi militari di ogni bandiera), è un delinquente, un subumano, un essere disprezzabile, anche se non uccide nessuno (ben peggio se uccide anche qualcuno).
Il punto dove voglio arrivare, è che l’evoluzione tecnologica e la globalizzazione, hanno reso pressoché impossibile ribellarsi alla cultura dominante con i mezzi usati in passato. Il sistema di potere diffuso ormai in ogni angolo del pianeta, ha a dispozione tanti diversi mezzi avanzatissimi per mantenere il potere. Guardando la realtà con un po’ di distacco, si vedono chiaramente in atto questi mezzi: a partire dal controllo scientifico della stampa e televisione, per cesellare l’opinione pubblica con strumenti di ingegneria sociale studiati in laboratorio, passando per lo spionaggio sistematico ed automatico di tutti i mezzi di comunicazione, così da prevenire qualsiasi tentativo di organizzare opionioni contrarie, per arrivare al controllo coercitivo di qualsiasi tentativo reale di ribellione, con armi sofisticatissime.
Le persone più civilizzate, meno rivoluzionarie, e che non si vedono bombardare la casa di qualche parente o amico, a questa situazione reagiscono o con una scrollata di spalle (“io da mangia’ ce l’ho, cazzi loro”) o al massimo indignandosi su un blog o su facebook. Ma c’è pure gente che per vari motivi vuole ribellarsi davvero, cerca un’alternativa a questo controllo statunitense-russo-cinese-israeliano alla Matrix.
Ecco, a mio parere l’islam, nella sua accezione più violenta, sta avendo questo enorme successo, per il banale motivo che agli occhi di molti, appare come l’unica alternativa per combattere questo sistema di potere. Solo un’ideologia così estremista poteva trovare il modo di organizzarsi contro un nemico così onnipresente ed onnipotente. Tutti gli altri, più moderati o meno organizzati, sono stati disfatti, disgregati, nullificati dal sistema di potere.
Forse il gigantesco Matrix che è diventata la nostra società, riuscirà a disgregare anche la jihad islamica. Ma non risolverà il problema. E’ come la lotta contro i batteri: puoi inventare tutti gli antibiotici che vuoi, ma il problema è endemico, e si evolve insieme alle contromisure che pian piano si inventano.
Ciò che la nostra società dovrebbe capire, prima di produrre (per semplice evoluzione darwiniana, applicata alle idee e alla cultura – si veda la teoria Memetica) un nemico così potente da non riuscire più a sconfiggerlo, è ciò che neanche Matrix era riuscita a comprendere: che il dissenso non è qualcosa da demonizzare e combattere.
Il giorno in cui non ci saranno gruppi di potere talmente terrorizzati di perdere i propri privilegi da combattere con qualsiasi arma (ridicolizzare, infangare, demonizzare, arrestare, torturare, bombardare) contro chiunque propone alternative, svanirà per incanto qualsiasi nemico.
Perché il terrorismo
Ora, per mia fortuna non sono grillino perciò posso permettermi di andare contro gli americani senza sentirmi dire che tratto con i terroristi (o che sono io stesso un terrorista).
Comincio però col dire che no, non giustifico assolutamente i mezzi dei terroristi, e solo con molta difficoltà riesco a capire le loro ragioni.
E’ pur vero però che nessuno riesce a fare un passo sufficientemente indietro per vedere le cose da una distanza sufficiente a capire realmente i motivi di ciò che sta succedendo.
Anche gli analisti più distaccati, che scrivono su Al Jazeera, alla fine rimangono intrappolati nella logica del “noi contro loro”. Senza considerare un fatto fondamentale, e porsi una domanda ancor più fondamentale.
Il fatto fondamentale è che un conto sono le belle dichiarazioni di facciata (“dobbiamo sconfiggere i terroristi! chi si mette contro gli americani peste lo colga!”) utili a far contento l’elettorato, un altro conto invece la realtà dei fatti. I guerrafondai non vanno in prima linea, non vengono uccisi, non vedono esplodere la propria casa e i propri figli morire sotto le macerie: anzi ci guadagnano il doppio perché vendono armi ad entrambi i fronti. Oggi noi stiamo inviando armi in Iraq, e tutti contenti. Ma chi festeggia davvero sono le tante fabbriche di armi (ma che davvero credete alla storia dell’arsenale russo confiscato???) che stavano in crisi.
La domanda ancor più fondamentale è invece “perché? qual’è la causa?”. La domanda che sempre, costantemente, tutti si dimenticano di porsi, in ogni situazione.
Ora, io sarò pure un marxista irriducibile, ma a mio parere per capire qualsiasi situazione, occorre analizzare gli avvenimenti storici che l’hanno prodotta, ed il contesto socio-culturale-politico.
L’analisi che ho in mente è probabilmente troppo complessa sia per i miei mezzi cognitivi, sia per la mia poca conoscenza della storia, sia per lo spazio da dedicarvi su un blog, senza contare il limitato interesse dei pochi lettori. Cercherò di farne un sunto per sommi capi. Se a qualcuno andasse di riempire i vari vuoti, magari lasciando commenti, ne sarei felice.
Per prima cosa voglio perciò fare un parallelo con tante altre rivolte. Una noi italiani la conosciamo bene: la lotta di liberazione contro gli austriaci (prima di strillare leggete fino in fondo). La somiglianza con la situazione attuale è la stessa di tutte le altre lotte di liberazione (si pensi al Sud America del Che): di sicuro i benpensanti al potere parlavano malissimo dei rivoluzionari, ne raccontavano le gesta orribili, li dipingevano come poco più che animali, etc. Tuttavia, tranne rari casi, i metodi usati dai rivoltosi non includevano il farsi saltare in aria negli autobus. Il terrorismo è un prodotto relativamente recente, soprattutto nelle sue accezioni kamikaze.
Viene perciò da chiedersi per quale motivo si sia arrivati a questo. I benpensanti diranno che i terroristi “non conoscono il senso dell’onore”. Io penso che se uno ha a disposizione mezzi diversi dal farsi esplodere, per combattere, li usa. Il terrorismo kamikaze è l’estrema ratio dell’estrema ratio, ed evidentemente è usato da chi non ha a disposizione nessun altro mezzo.
Con questo, non sto dicendo che li capisco, né tantomeno che condivido. Secondo me chiunque prende in mano un’arma, da qualunque lato in qualunque luogo per qualunque motivo (inclusi militari di ogni bandiera), è un delinquente, un subumano, un essere disprezzabile, anche se non uccide nessuno (ben peggio se uccide anche qualcuno).
Il punto dove voglio arrivare, è che l’evoluzione tecnologica e la globalizzazione, hanno reso pressoché impossibile ribellarsi alla cultura dominante con i mezzi usati in passato. Il sistema di potere diffuso ormai in ogni angolo del pianeta, ha a dispozione tanti diversi mezzi avanzatissimi per mantenere il potere. Guardando la realtà con un po’ di distacco, si vedono chiaramente in atto questi mezzi: a partire dal controllo scientifico della stampa e televisione, per cesellare l’opinione pubblica con strumenti di ingegneria sociale studiati in laboratorio, passando per lo spionaggio sistematico ed automatico di tutti i mezzi di comunicazione, così da prevenire qualsiasi tentativo di organizzare opionioni contrarie, per arrivare al controllo coercitivo di qualsiasi tentativo reale di ribellione, con armi sofisticatissime.
Le persone più civilizzate, meno rivoluzionarie, e che non si vedono bombardare la casa di qualche parente o amico, a questa situazione reagiscono o con una scrollata di spalle (“io da mangia’ ce l’ho, cazzi loro”) o al massimo indignandosi su un blog o su facebook. Ma c’è pure gente che per vari motivi vuole ribellarsi davvero, cerca un’alternativa a questo controllo statunitense-russo-cinese-israeliano alla Matrix.
Ecco, a mio parere l’islam, nella sua accezione più violenta, sta avendo questo enorme successo, per il banale motivo che agli occhi di molti, appare come l’unica alternativa per combattere questo sistema di potere. Solo un’ideologia così estremista poteva trovare il modo di organizzarsi contro un nemico così onnipresente ed onnipotente. Tutti gli altri, più moderati o meno organizzati, sono stati disfatti, disgregati, nullificati dal sistema di potere.
Forse il gigantesco Matrix che è diventata la nostra società, riuscirà a disgregare anche la jihad islamica. Ma non risolverà il problema. E’ come la lotta contro i batteri: puoi inventare tutti gli antibiotici che vuoi, ma il problema è endemico, e si evolve insieme alle contromisure che pian piano si inventano.
Ciò che la nostra società dovrebbe capire, prima di produrre (per semplice evoluzione darwiniana, applicata alle idee e alla cultura – si veda la teoria Memetica) un nemico così potente da non riuscire più a sconfiggerlo, è ciò che neanche Matrix era riuscita a comprendere: che il dissenso non è qualcosa da demonizzare e combattere.
Il giorno in cui non ci saranno gruppi di potere talmente terrorizzati di perdere i propri privilegi da combattere con qualsiasi arma (ridicolizzare, infangare, demonizzare, arrestare, torturare, bombardare) contro chiunque propone alternative, svanirà per incanto qualsiasi nemico.