Il pensiero mafioso/berlusconiano

[…] le cose vanno male. E, si capisce, vanno male per tutti: non è che lo scotto debbo pagarlo solo io, anche gli operai debbono pagare la loro parte… E non hanno avuto salario per due settimane…
– Per tre mesi – corresse l’altro sorridendo.
– Non ricordo con precisione… Ed ecco che mi fanno la protesta: fischi davanti casa mia, parolacce che non le dico; robe da ammazzarli… Ebbene: vado a ricorrere da lui [il capitano di polizia], e sa che mi dice? «Avete mangiato oggi?» «Ho mangiato» dico. «E anche ieri» fa lui. «Anche ieri» dico io. «E la vostra famiglia non soffre fame, vero?» mi domanda. «Ringraziando Dio» dico «non la soffre». «E questa gente che e venuta a far cagnara davanti case vostra, ha mangiato oggi?» Stavo per dirgli «e che me ne fotto io se ha mangiato o non ha mangiato?» ma per educazione rispondo «non lo so». Lui mi fa «dovreste informarvi». Io dico «sono venuto da lei perché stanno davanti casa mia e mi minacciano: mia moglie e le mie figlie non possono uscire manco per andare a messa». «Oh» dice «le faremo andare a messa: siamo qui per questo… Voi non pagate gli operai e noi facciamo andare a messa vostra moglie e le vostre figlie» con una faccia che, lo giuro, e lei sa quanto sono caldo, mi faceva venire il prurito alle mani…

Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, 1961

Poche, semplici righe che riassumono il modo di pensare dei tanti berlusconiani. In bocca ad un mafioso. Fa quasi pensare che la mafia, da “non esistente” che era (interrogazione parlamentare del 1960), sia poi stata sdoganata sotto il nome di “liberismo”…

 

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