Ma lasciateci lavorare!

C’è una cosa che dovrebbero spiegarci sin dalla più tenera età. E cioè che non conta cosa si studia, che lavoro si fa, quali qualità si hanno, ma più si va avanti, più il proprio “lavoro” si trasformerà in una infinita serie di telefonate, email, riunioni, chiacchiere e discussioni con decine di persone.

Purtroppo le “capacità relazionali” sono una di quelle abilità trasversali (insieme alla conoscenza della grammatica, delle lingue, del ragionamento logico e critico, della matematica, dell’abc delle scienze, ormai sempre più dell’informatica, e di varie altre discipline) che si dà per scontato che tutti dovrebbero avere, e che perciò ci si dimentica di insegnare.

Il risultato è che migliaia di persone per altri versi brillanti, si trovano poi frustrate perché desiderano solo svolgere il lavoro per cui sono più portate e per cui hanno studiato per una vita, e invece sono costrette per il 70% del tempo a fare pubbliche relazioni.

L’altro inquietante risultato è che ci sono anche tante altre persone che non eccellono in alcun campo, ma poiché hanno buone capacità relazionali, si prendono l’incarico (e vengono delegate) di svolgere loro le pubbliche relazioni al posto delle persone brillanti, con risultati spesso disastrosi.

L’ultimo spaventoso risultato è che molte persone che hanno solo ottime capacità relazionali, riescono a (far finta di) eccellere, al posto delle persone brillanti.

Sarebbe tutto più semplice se ogni giorno, come un mantra, dalla prima elementare, ci ripetessero “studia sodo, diventa un genio in un qualche campo, ma ricordati che passerai la maggior parte del tuo tempo al telefono con degli idioti”.

Categoria(e): Divagazioni, Idee, Vita varia

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